Vi parlo oggi della mia città, Bassano del Grappa, dove sono nata e tutt’ora risiedo in un comune limitrofo.
Amo la mia città e ne sono in qualche modo orgogliosa per il suo patrimonio paesaggistico e culturale storico che la circonda.
Bassano del Grappa: tra arte e storia
Piccola e graziosa cittadina medievale, ci si tuffa nell’arte passeggiando per il centro storico. Troviamo opere di autori come il Palladio, Antonio Canova, Jacopo Da Ponte, Marinali e Dall’Acqua.
Il suo simbolo più prezioso è il Ponte Vecchio
Opera progettata dal Palladio (che si rifece comunque al ponte preesistente distrutto nel 1567 da una piena del Brenta). Nei secoli è stato ricostruito più volte a causa delle improvvise piene e dalla devastazione della Grande Guerra.
Il Ponte resistette fino alla Seconda Guerra Mondiale, ma poi il 17 Febbraio del 1945 venne fatto saltare in aria dai partigiani. Accadde durante un tentativo di sabotaggio che come conseguenza portò alla fucilazione di tre prigionieri partigiani da parte dei nazisti.
Il Ponte Vecchio venne fatto ricostruire poi dagli alpini nel 1948 e da qui venne soprannominato il Ponte degli Alpini. Ad uno degli imbocchi del Ponte si trova il Museo degli Alpini che ne conserva documenti storici e cimeli dell’epoca. Dall’altro la famosa distilleria Nardini un locale molto amato dove assaggiare il classico “mezzo e mezzo“. Risulta essere la piu’ antica distilleria d’Italia. Appena fuori Bassano è ancora possibile visitare la distilleria e le famose Bolle di Fuksas. Proprio a 2 passi dalla Grapperia Nardini, sorge il museo di un’altra distilleria storica di Bassano: la distilleria Poli.
Centro storico
Immergendoci poi nel centro storico troviamo le due piazze. Piazza Garibaldi dove sorge la Torre civica e da qui si può ammirare dall’alto la vista delle vicine montagne ed il Duomo. Piazza Libertà dove si trova la Loggia Comunale coi suoi preziosi affreschi e poi la Libreria di Palazzo Roberti risalente al ‘600 e dove vi ha dormito anche Napoleone, è una tra le più belle d’Italia. Esempi architettonici dell’epoca medioevale sono anche la Fortezza, a difesa della città del quale rimangono le torri e le cinta murarie.
Di grande risalto e imponenza troviamo il grande Monumento al Generale Giardino. Dal mezzo di una delle vie principali del centro, volge lo sguardo al Massiccio del Grappa. Simbolo di fede alla città che amava, ostacolò la penetrazione nella Penisola da parte degli austriaci durante la Grande Guerra.
Alcuni cenni storici di Bassano del Grappa
I primi insediamenti sono testimoniati dai resti della necropoli di S. Giorgio di Angarano risalenti ai secoli XI- IX a. C.
La colonizzazione romana risale probabilmente al II secolo a.C., e da un Bassianus. Questi era un colono romano proprietario di un fundus , cioè di una proprietà agricola, deriva forse il nome della città.
Medioevo, gli Ezzelini e i Visconti (568-1404)
Ci sono poche tracce delle dominazioni longobarda (568-774) e franca (774-888), mentre il successivo periodo (998) si scopre l’esistenza della pieve di S. Maria, che assieme al castello, nominato per la prima volta nel 1150, costituì il primo nucleo di Bassano.
Ben presto Vicenza, si rese conto dell’importanza strategica del nuovo insediamento. Impose la sua supremazia facendo giurare ad un’assemblea di 800 bassanesi un patto di fedeltà e obbedienza (1175).
Nei decenni successivi la storia di Bassano si intrecciò con le vicende politiche e militari degli Ezzelini: il loro potere derivava dalla ricchezza fondiaria.
Quando, nel 1259, Ezzelino III morì i Bassanesi chiesero la protezione di Padova. Si fecero così assegnare i beni e i diritti che erano stati degli Ezzelini, regolando la vita comunale con gli Statuti.
Dopo la breve dominazione vicentina (1260- 1268), Bassano attraversò un periodo tormentato. Sottomessa a Padova, poi Verona e di nuovo a Padova, terminò nel 1388 col suo passaggio sotto i Visconti. Il periodo visconteo è caratterizzato da una relativa autonomia della città, a testimonianza l’ultima redazione degli Statuti nel 1389.
La dominazione veneziana (1404-1797)
Il 10 giugno 1404 Bassano passava sotto la Repubblica di Venezia. I patti di dedizione prevedevano il mantenimento degli statuti e delle consuetudini del comune. Bassano veniva eretta in podesteria, governata da un Podestà e Capitanio scelto dal Senato tra i patrizi veneziani.
I quattro secoli di dominazione della Serenissima portarono a Bassano un lungo periodo di pace. Fu interrotto solamente tra il 1509 e il 1513 dalla guerra della Lega di Cambrai. Si caratterizzò un grande sviluppo delle attività economiche. La lavorazione e il commercio della lana, della seta e delle pelli e l’oreficeria campeggiarono l’epoca e ancora sussistono ai giorni nostri. Nella vita artistica divenne famosa nel ‘500 la dinastia dei pittori da Ponte. La stamperia Remondini dominò per tutto il Settecento il mercato dei libri e delle stampe facendo conoscere il nome di Bassano in tutta Europa.
La caduta della Serenissima e l’eta’ napoleonica (1797-1813)
La vittoria di Napoleone sugli Austriaci nella battaglia di Bassano dell’8 settembre 1796 segnò l’inizio di un periodo tumultuoso. Ci furono grandi cambiamenti di governo e profonde trasformazioni economiche e civili. Alla caduta della Repubblica di Venezia (maggio 1797) si insediarono i governi democratici delle municipalità. Alla fine del ’97 con il trattato di Campoformido si sancì il passaggio agli Austriaci. Vi rimasero dal 1798 alla fine del 1805, quando il Veneto venne ceduto al Regno d’Italia.
Il Regno Lombardo-Veneto (1815-1866)
Il 7 aprile 1815 Bassano entrò a far parte del Regno Lombardo Veneto e fu aggregata alla provincia di Vicenza. L’anno successivo fu proclamata Città Regia, unica nel Veneto non capoluogo di provincia.
La tranquillità politica e sociale fu interrotta dalla breve esperienza rivoluzionaria del 1848. Il 25 marzo anche a Bassano fu costituito un governo provvisorio, ma già il 5 giugno gli Austriaci rioccuparono la città.
Bassano del Grappa diventa italiana (1866)
Il 14 luglio 1866 gli Austriaci furono sconfitti nella terza guerra d’indipendenza. Lasciarono la città ed alcuni giorni dopo vi entrarono le truppe italiane guidate dal generale Medici. Il 21 ottobre si tenne il plebiscito che sancì l’annessione all’Italia.
La prima guerra mondiale (1915-1918)
Fin dall’inizio delle ostilità Bassano fu dichiarata zona di guerra e tale rimase per tutta la durata del conflitto. Di conseguenza tutte le attività economiche e sociali rimasero pressoché paralizzate, soprattutto a partire dal 1916.
Il Fascismo, la seconda guerra mondiale e la Resistenza (1922-1945)
L’avvenimento economico e sociale più rilevante del primo dopoguerra fu la nascita, nel 1924, della Smalteria Metallurgica Veneta. Quest’ultima divenne in breve tempo la più importante azienda di Bassano. Ad essa si affiancarono altre industrie medie e piccole, oltre a svariate attività artigianali e commerciali.
Gli anni che vanno dal 1922 al 1943 videro anche a Bassano l’affermarsi del regime fascista.
Lo scoppio della guerra causò soprattutto restrizioni al consumo di generi alimentari.
Ma dopo la caduta del fascismo e l’occupazione tedesca, Bassano si trovò nuovamente in prima linea durante la Resistenza. Il rastrellamento del Grappa del settembre del ’44, che causò circa 500 morti e 400 deportati. Il suo momento più tragico il 26 settembre 1944 avvenne con l’impiccagione di 31 giovani sugli alberi dei viali cittadini.
I sacrifici degli ultimi due anni di guerra meritarono alla città di Bassano del Grappa la medaglia d’oro al valor militare.
Bassano del Grappa oggi
Il processo di industrializzazione e lo sviluppo delle attività artigianali e commerciali negli ultimi 50 anni hanno determinato una grande espansione urbana.
Tradizioni
Le tradizioni che l’hanno resa famosa sono: la ceramica legata alla produzione della famiglia Antonibon, e che si può ammirare a Palazzo Sturm. La tipografia che la famiglia Remondini, artefice della più importante industria tipografica, sviluppò tra il 1600 ed il 1800.
La tradizione gastronomica vede gli asparagi bianchi D.O.P di Bassano serviti in salsa d’uovo o per la base di gustosi risotti. Senza dimenticare le grappe rinomate di Nardini e Poli.
In parte il testo è ripreso da alcuni articoli trovati sul web.
Deborah Verzegni